La Prima Guerra mondiale scoppiό, come un fulmine a ciel sereno, un mese dopo l’attentato di Sarajevo, avvenuto il 28 giugno 1914, in cui persero la vita l’erede al trono dell’Impero Austro-Ungarico Francesco-Ferdinando con la moglie. Costui era nipote, per via paterna dell’imperatore austriaco Francesco Giuseppe e, per via materna, del defunto re di Napoli Ferdinndo II°. L’Italia, fortemente divisa fra interventisti e neutralisti, proclamό la sua neutralità. Non era, inoltre, costretta ad intervenire a fianco degli alleati poiché quest’ultimi non erano stati aggrediti e Vienna non l’aveva informata, come avrebbe dovuto, del suo attacco alla Serbia. L’Austria-Ungheria aveva promesso delle compensazioni territoriali all’Italia in caso di un’estensione del suo impero nei Balcani, ma non aveva rispettato questa clausola quando, nel 1908, si era annessa la Bosnia-Erzegovonia. Roma chiese a Vienna la cessione di Trento e Trieste all’Italia. Non avendola ottenuta, si alleό segretamente alla Francia, all’Inghilterra ed alla Russia, poi ruppe la neutralità e, il 23 maggio 1915, dichiarό la guerra all’Austria. La maggioranza della popolazione italiana era contraria alla guerra. Anche il Parlamento era contrario, ma diviso, mentre il Governo aveva chiesto ed ottenuto i pieni poteri. Il fronte, lunghissimo ed impervio, 650 km dal confine svizzero all’Isonzo divenne, per due anni, il teatro di tremende e sanguinose battaglie. Mezzi, armi e addestramento inadeguati, strategia di vecchio stampo furono le cause di centinaia e centinaia di soldati falciati da potenti mitraglie ad ogni tentativo di prendere al nemico qualche trincea. Agli inizi di marzo 1917, la Prima rivoluzione russa era nata da una serie di scioperi e di manifestazioni che rivendicavano « Pane e lavoro ». Nel giro di pochi giorni aveva spazzato via la monarchia dello zar Nicola II° ancora prima dello scoppio, in novembre, della Rivoluzione bolscevica. Il fronte russo s’era immobilizzato. La Germania ne aveva approfittato per ritirare una parte delle sue truppe dal fronte russo e mandarle in rinforzo all’esercito austro-ungarico sul fronte italiano dell’Isonzo. Nella notte del 24 ottobre 1917 lanciarono insieme una grande offensiva a Caporetto ed invasero il Veneto fino al Piave.
Le truppe Austro-ungariche comparvero a Lentiai alle ore 9 del 11 novembre 1917 proveniente da Vittorio Veneto, da quel giorno inizio l’anno di occupazione nemica del nostro territorio denominato come “An De La Fan”.